CAPITOLO 05

« Older   Newer »
  Share  
blinka182
view post Posted on 5/2/2009, 22:25     +1   -1




Tom: “Sono un ninja dell’arte masturbatoria.”

L’america era così innocente allora, così benedettamente ignara di quello che stava per essere scaricato sui loro figli e figlie. I blink erano liberi, e stavano per arrivare in una città vicino a voi.

Era il 1995 e i blink erano pronti a prendere la strada per espandersi fuori dalla loro base in Sud California. Erano pronti, ma lasciare la città era molto più facile a dirsi che a farsi.

Logisticamente, questi shows fuori città erano duri. I blink non avevano le risorse per comprare un furgone o qualsiasi altro mezzo di trasporto che avrebbe trasportato tutti e tre i musicisti con la loro attrezzatura. All’inizio Mark; Tom e Travis andavano separatamente con le loro automobili agli shows, ogni millimetro pieno di attrezzatura, con appena il posto libero per il guidatore. Ma nessuno voleva fare questo per gli shows che richiedevano lunghi spostamenti. E comprare un furgone non era una cosa da fare finchè ai blink non fosse stato offerto un vero tour che avrebbe giustificato la spesa.

Ma i blink non avrebbero lasciato che qualcosa di stupido come la mancanza di un mezzo di trasporto impedisse loro di suonare in questi posti lontani. Avrebbero fatto tutto il necessario per raggiungere nuove audiences. Le loro opzioni? Prendere in prestito o affittare. Nessuna delle due possibilità funzionò molto bene.

Per esempio, Tom e Mark affittarono un furgone dai loro buoni amici Unwritten Law per suonare uno show a Reno, Nevada. Il furgone degli Unwritten Law era una vecchia, marrone chiaro, dissacrata trappola mortale a cui ci si riferiva solitamente come al “The Cock.” (ovvero l’uccello N.d.R.) (Il furgone guadagnò questo soprannome dopo uno show a Salt Lake City, quando gli Unwritten Law disegnarono un grande pisello nella polvere su un lato del furgone per catturare l’attenzione della città, notoriamente conservatrice.) Il furgone aveva solo il sedile del guidatore e un sedile per un passeggero, lasciando il resto dello spazio per il carico. Nona aveva riscaldamento o aria condizionata. Ma si muoveva.

Mark, Tom ed io (che al tempo avevo il compito di vendere t-shirts), eravamo gli sfortunati tre che fecero questo viaggio. Scott era già a Reno, la città in cui viveva al momento. Bastardo fortunato.

Il viaggio fu estremamente affollato con l’attrezzatura della band che occupava praticamente tutto lo spazio nel furgone. Solo spingendo i due sedili del tutto avanti rimaneva un piccolo spazio per un terzo passeggero. Ma non era un posto comodo in cui sedersi. A parte la posizione accartocciata che uno doveva mantenere, c’era anche il problema ancora più grosso dei vacillanti amplificatori della morte. Ad ogni curva o frenata l’attrezzatura si spostava, arrivando pericolosamente vicino a rovesciarsi addosso al povero terzo passeggero, io.

A rendere il viaggio ancora più piacevole c’era il gelato clima invernale. Le montagne erano ricoperte di neve che brillava nella luce argentata della luna ma a Mark, Tom e me non fregava niente della luce argentata della luna perché stavamo ghiacciando e the Cock non aveva il dannato riscaldamento. La situazione era assolutamente artica e i Sud Californiani non erano preparati a ciò.

Tom: “Dio, quel viaggiò faceva schifo. Era tremendo. Ma avevamo uno show. Niente ci importava perché per noi era troppo importante fare uno show, soprattutto fuori da San Diego.”

Alla fine The Cock arrivò a Reno e i tre furono ripagati con uno show incredibile. Quella sera i blink suonarono con Face to Face in un piccolo club chiamato the Fallout Shelter. Face to face era una delle band preferite dei blink e i ragazzi erano entusiasti di suonare con loro. Inutile dirlo, i ragazzi andarono totalmente fuori per i blink e il tremendo viaggio fu dimenticato.

Fino a che non provarono ad andarsene e The Cock non partì… non si accese neanche. Niente. Un roadie dei Face to Face notò i loro problemi e venne in aiuto del trio. Riuscì a far partire il furgone, ma avvisò che se fosse stato spento, non sarebbe mai ripartito. Quindi il viaggio verso casa non si rivelò meglio che quello verso Reno. Tom, mark ed io guidammo per dodici ore filate, fermandosi per mangiare, fare benzina, affrontare il freddo ancora una volta, senza spegnere il motore. Il viaggio fu segnato dalla preghiera costante che the cock non facesse qualcosa di stupido, come morire completamente o esplodere. Fu la fine dei giorni della presa in prestito.

Mark: “Faceva paura. Dovevamo fare benzina col motore acceso. Mi aspettavo che esplodesse”

I furgoni noleggiati erano meccanicamente migliori, ma avevano i loro problemi. Mark era l’unico ad avere l’età legale per guidare un furgone noleggiato. In un viaggio rompicollo attraverso la California e giù fino a Las Vegas e Phoenix, Mark guidò per ogni miglio del viaggio, andando avanti per quasi una settimana senza dormire più che qualche ora. Tom e Scott erano ben riposati e generalmente apprezzarono l’intera esperienza.

Mark: “Faceva schifo. Non ho dormito per tipo cinque giorni. Mi ha ucciso. Non c’era modo che riuscissi a continuare in quello stato”

Proprio quando ai blink non restava nessuna altra opzione per spostarsi, trovarono la giustificazione per comprare un furgone. Furono benedetti dal tour che stavano aspettando. Taylor Steele, il miglior dannato produttore di surf-videos al mondo, e buon amico del manager Rick deVoe, aveva un’offerta per i blink. Nell’autunno del 1995 avrebbe pubblicato un nuovo surf-video chiamato Good Times, e organizzò un tour nazionale con le bands presenti nella soundtrack per promuovere il video.

E così i blink si procurarono il loro primo e unico furgone, un Chevy beauville che battezzarono “The Millenium falcon”, in onore di Star Wars. La Cargo records dovette co-firmare per il mutuo ma il furgone era tutto dei blink. The Falcon avrebbe portato i blink in tante avventure.

La prima fu il Good Times tour che iniziò nell’ottobre del 1995. Non sapendo cosa aspettarsi, i blink caricarono la loro attrezzatura in un rimorchio, buttarono le loro valige nel retro del Falcon e partirono. Come accompagnatori per la tournee e sostegno morale i blink portarono Mike “Cubal missile crisis” Lucena, “Castro” per abbreviare, e Cam “Vegan” Jones.

Il tour iniziò in California, passò attraverso il sud-ovest, negli stati a sud inclusa la Florida, e fino alla costa orientale, finendo in New Jersey. Il GoodTimes comprendeva blink-182, Unwritten Law, Sprung Monkey e la leggenda del punk Seven Seconds. Tutte le bands erano splendidi amici e gli shows furono fantastici fin dall’inizio. Come avrebbero potuto non esserlo con quell’incredibile lineup? Il primo tour dei blink non sarebbe potuto andare meglio.

Mark: “ Il Good Times tour era splendido. Era il nostro primo tour e suonavamo con delle band così grandi. Eravamo una piccola band da niente e suonavamo con le leggende del punk-rock. Ogni notte rimanevo incantato semplicemente a guardarli suonare. Ed erano tutti ragazzi simpaticissimi ed erano miei amici, il che era un grandissimo bonus”

Tom: “Il nostro primo tour fu bellissimo. Era la nostra prima volta fuori quindi tutto era nuovo ed emozionante. Anche i viaggi in macchina sembravano più corti in quel tour. In più, eravamo in tour con bands che ascoltavo continuamente, bands con le quali avevo sognato di suonare”

A parte suonare con bands così grandi, nei 30 giorni del Good Times i blink si cacciarono in tanti guai e si divertirono più di quanto sia umanamente concepibile.

I viaggi giornalieri da una città all’altra erano caratterizzati dalle impressioni (?) dello Scarface di Castro e dalle pericolose manovre ad alta velocità per arrivare nella posizione perfetta per mostrare il sedere nudo ai furgoni delle altre bands. Cam metteva su della musica orrenda che non piaceva a nessun altro, ma usciva con delle difese così divertenti che gli era permesso comunque ascoltarla. Almeno quando il resto degli occupanti del furgone dormiva. La band aveva l’abitudine di giocare alla lotteria, e di perdere, in ogni stato che attraversavano, decorando l’interno del furgone con i biglietti grattati. Il retro del furgone era tappezzato di adesivi presi nelle aeree di servizio per i camion con slogans come “Io freno per i ragazzi” (alla fine gli adesivi furono rimossi quando la band notò che venivano accostati troppo spesso). La band si stava velocemente abituando alla vita on the road. Impararono a crearsi il divertimento se non riuscivano a trovarlo.

A Dallas i blink passarono il pomeriggio esplorando la storica Dealy Plaza dove fu ucciso il presidente Kennedy. (Tom giura che l’omicidio ci fu perché Kennedy aveva saputo degli alieni che vivono sotto la Florida)

Più tardi quella sera, nel club di Dallas “The engine room”, la band incominciò la propria vita criminale. Nessuno ricorda chi per primo vide il cartone a grandezza naturale di Lenny Kravitz , ma l’intero team dei blink seppe istantaneamente che dovevano averlo. Il problema era che il cartone apparteneva al promoter e si trovava nell’ufficio di quest’ultimo.

Mark: “Dopo aver suonato, caricammo la nostra attrezzatura, salimmo sul furgone, accendemmo il motore e facemmo correre indietro Castro a prendere il Lenny. Era così divertente. Castro rapì lo stupido cartone di Lenny Kravitz. Tornò correndo al furgone, trascinando Lenny, con i buttafuori che lo inseguivano. Appena saltò dentro partimmo. Non so neanche che fine abbia fatto quel cartone”

Sempre ansiosi di incorporare un po’ di educazione nelle loro vite, i blink guardarono un razzo mentre veniva lanciato nello spazio da Cape Canaveral in Florida. “ehi, pensavo che sarebbe stato veramente lame ma in realtà fu abbastanza gnarly” ammette Mark.

E Tom, portando troppo in là la storia della vita da criminale, si fece arrestare. La notte di Halloween, al Milkbar di Jacksonville, Tom fece un grosso sbaglio. Nonostante che l’avessero avvisato che la polizia di Jacksonville prendeva seri provvedimenti sui crimini della notte di Halloween, Tom, che al tempo era minorenne, bevve parecchio. Il che poteva ancora andare bene, se non fosse andato in giro per le strade con la sua bottiglia di birra fermamente in mano. I poliziotti lo presero in un secondo. Quando Tom non potè dimostrare di essere maggiorenne, chiamarono una macchina e tom fu ammanettato e fatto sedere sul sedile dietro. Ironicamente aveva addosso una maglia Down-by-law.

Tom: “la cosa ridicola è che quando mi arrestarono, nn mi ero accorto che ci fosse qualcosa che nn andava. Il poliziotto venne da me e disse: Qualcuno sta per andare in prigione” e io pensai “Mi domando chi”. Anche quando mi misero le manette ero abbastanza sicuro che in qualche modo la situazione si sarebbe risolta. Mi misero nella macchina, ero ancora ok. Ma poi, quando la macchina partì guardai indietro e vidi i miei amici che mi salutavano con la mano ed è lì che pensai ‘Ehi, aspetta, va veramente male!’”

Tom passò la notte in prigione e avrebbe potuto starci di più. Invece Rick Devoe riuscì a fare un accordo per pagare la cauzione e dichiarare Tom colpevole dell’infrazione (??), risolvendo la situazione prima che il tour ripartisse con un gruppo in meno.

Tom: “La notte che passai in prigione fu tremenda. Prima mi perquisirono e mi fecero indossare i vestiti da carcerato. Poi mi chiusero in una stanza con 40 grandi, spaventosi criminali. Dovevo andare assolutamente in bagno e c’era un solo bagno nel centro della stanza senza carta igienica perchè i grandi, spaventosi uomini la stavano usando come cuscino. Poi mi spostarono in una stanza più piccola dove c’eravamo solo io e un tipo di nome Roger. Roger continuò a dirmi che avrebbe mangiato i miei grits (fiocchi d’avena?). Non sapevo neanche cosa fossero i grits! Man, fu così brutto”

Fortunatamente il soggiorno di Tom in prigione fu limitato a quell’unica terribile notte e la band proseguì il tour.

La seguente avventura della band fu una rissa in un bar. A uno show in sud-carolina le bands obbiettarono riguardo alla forza che i buttafuori usavano con i ragazzi. Furono scambiate parole, commenti sulle abitudini sessuali delle madri e l’attrazione di alcune persone verso i cani e la cosa seguente fu il vecchio West – volarono pugni, furono lanciate sedie e furono rotte bottiglie.

Mark: “era gnarly, come la Road House o qualcosa del genere. Il nostro roadie Castro si becco uno sgabello del bar sulla schiena. Guadagnò molti punti in credibilità punk per questo”

C’era anche la guerra di candele romane in corso.

Tom: “Ogni giorno creavamo sempre più fuochi d’artificio. C’era una grande guerra fra noi e gli Unwritten Law. Ma alla fine era una lotta tutti contro tutti. Ci tiravamo candele romane ai rispettivi furgoni in autostrada, nei parcheggi, sulle spiagge. Era divertente”

Ma non passò molto tempo prima che la maligna guerra chiedesse un’innocente vittima. Era tarda notte su una deserta spiaggia atlantica. Una candela romana lanciata a Castro atterrò nel cappuccio della sua felpa e iniziò a bruciare senza fiamma. Naturalmente Castro non poteva vedere dietro la propria testa e apparentemente non sentì l’odore del fumo, visto che non voleva credere alle urla di tutti che gli dicevano che stava prendendo fuoco. “ha ha ragazzi, non cadrò in questo giochetto!” continuò a urlare mentre correva sempre più lontano dai suoi nemici che ora stavano cercando di aiutarlo. Alla fine, si accorse che non era stato un espediente per fargli abbassare la guardia. Stava veramente bruciando. Castro non si fece niente, ma la felpa si rovinò. Beh, comunque non era di Castro. L’aveva presa in prestito dall’altro roadie, Cam. Cam è l’innocente vittima a cui mi ero riferita. Castro ebbe esattamente quello che si meritava.

E fra tutti i hijinks e il divertimento, i blink suonarono veramente degli shows! Infatti suonarono molti shows per molti ragazzi. E ai ragazzi piacevano. Andare in tour con bands così importanti stava esponendo sempre più i blink al pubblico. I ragazzi compravano Cheshire Cat e lo passavano agli amici. (Sappiamo chi siete, e sarete denunciati per infrazione del copyright.) I blink stavano decisamente avendo successo. Quel tour fece una grande differenza e, per la prima volta, i blink potevano immaginare ragazzi in tutta l’america ad ascoltare la loro musica.
I ragazzi erano eccitati per la loro crescente carriera musicale., ma erano anche pronti per dirigersi verso casa. Sfortunatamente per arrivarci i blink dovettero guidare per settantadue ore filate dal New Jersey a San Diego e prendere un aereo per le Hawaii per l’ultima data del tour. Non che non ne valesse la pena.
I ragazzi avevano completato il loro primo tour. L’esperienza era stata educativa.

Mark: “Il tour è divertente, ma è anche duro lavoro. Quando lo sogni, non pensi che possa essere difficile. O non fai niente, seduto nel furgone annoiato da morire, o corri in giro come un pazzo cercando di fare le cose. O sei sul palco, che è sempre la cosa migliore.”

Tom: “Prima che facessimo il nostro primo tour, non pensavo che comportasse che devi stare seduto per ore. Ma chi sene frega, è comunque divertente”

La vita on the road può essere parecchio ardua per un ragazzo. Soprattutto in quei primi tours.

Immagina. Sei fuori di casa per mesi. Passi la maggioranza dei giorni seduto in un furgone. E anche molte delle notti. Se non sei seduto in un furgone, sei seduto in un locale. E tutti i locali sono esattamente uguali. Anziché dormire nel tuo letto caldo, dormi nel furgone, o dormi sul pavimento della casa di qualcuno o, se sei fortunato, dividi una camera d’albergo con altre cinque persone. E per fare la cacca negli sporchi bagni dei locali tutti i giorni, ecco un trucco: usate il bagno delle ragazze. Di solito è più pulito e c’è la carta igienica. Tuttavia potresti volere che qualcuno stia lì a fare la guardia. Tutti i soldi guadagnati vanno direttamente nel fondo per la benzina. Hai solo 5 dollari e devono bastarti per mangiare tutto il giorno. Non mangi altro se non schifoso cibo dei fast foods o, in una notte buona, di Danny.

Mark: “Quello che mi ricordo di più di questi primi tours è l’andare a letto affamato. Aspettavamo dopo lo show per cenare, e poi era troppo tardi e non riuscivamo mai a trovare un posto dove mangiare.”

Fai la stessa cosa tutti i giorni, ma sei sempre in un posto diverso. Il cambio di scenario fa poco per alleviare la noia. Infatti dopo un po’ non noti neanche i cambiamenti. Perdi completamente il senso delle proporzioni; è tutto una routine – guidi, aspetti, suoni, dormi, guidi, aspetti, suoni e ancora e ancora e ancora. Viene a mancare anche l’organizzazione su cui si basa il resto del mondo; il tempo viene misurato principalmente con la lunghezza dei viaggi. Il concetto di giorni della settimana e date viene praticamente perso in tour, allo stesso modo il luogo fisico. Chiedi a qualunque band on the road dove sono, o che giorno è, e probabilmente ti risponderanno “non lo sappiamo”.

Siccome vivi in ambienti così ristretti con le stesse persone, la più piccola abitudine diventa una grande seccatura. Passi almeno qualche giorno ad odiare gli intestini della tua band. Ma nonostante i lati negativi, il tour non è male. Il tour è anche molto divertente. Perchè fai cose come le guerre con le candele romane, e le persone che sono con te sono veri amici che passano l’inferno per aiutarti. Passi molto tempo a ridere in questi tours, anche se non c’è niente di divertente.

Scott: “Un mucchio di volte ho riso fino alle lacrime”

Sfortunatamente, una volta che fai il tuo primo tour, sviluppi un gusto per esso. E, felici come erano i ragazzi di essere di nuovo a san Diego, dopo una settimana i blink diventarono ansiosi. Erano pronti per il loro prossimo tour.

Il loro seguente tour fu in realtà lo stesso tour, ma su un diverso continente. Il GoodTimes tour, con in più i Pennywise a fare da headliners, partì per l’Australia, dove le persone parlano in un modo buffo e urlano cose come “Go off!” e “Filth!”. In Australia i ragazzi sono decisamente più pazzi e la birra contiene molto più alcool.
I blink quasi non riuscirono ad andare a Oz (l’Australia). Per una nuova band con pochi soldi il prezzo dei biglietti dell’aereo era proibitivo. Finché le super-stars del punk rock, i Pennywise, arrivarono a risolvere la situazione. I Pennywise sono sempre stati vicini alle nuove giovani bands. Una band splendida, fatta di magnifiche persone, i Pennywise pagarono per tutti i biglietti aerei dei blink, permettendo all abend agli inizi di presentarsi nella terra Down Under.

E questo non è il solo modo in cui i Pennywise diedero una generosa mano ai blink. Mentre il punk era un movimento affermato in altri posti nel mondo, stava semplicemente iniziando in Australia. Neanche i Green day erano molto famosi in Australia. Ma i Pennywise furono i precursori del punk in Australia. Erano grandi. Poter suonare ogni notte con i Pennywise mise i blink in cima alla lista dei punkers dell’Australia. I blink non poterono credere alla reazione della folla che ricevettero laggiù. Gli australiani furono recettivi per i blink fin dall’inizio. L’Australia è ancora uno dei posti preferiti dai blink per suonare.

Dopo il loro breve tour oltreoceano, i blink ebbero solo una breve pausa prima di tornare sulle autostrade americane. Nonostante fosse sembrato lunghissimo arrivare a quel primo tour, ora che erano entrati nel mondo della vita on the road. I blink passarono un periodo di tour quasi continuo, finendo il 1995 on the road.

Nel 1996 i blink iniziarono a suonare con Pennywise e Unwritten Law in Alaska per la gara di snowboard King of the Hill. L’Alaska era bellissima. Tutti e tre i membri dei blink erano cresciuti nella comunità surf-skate-snow ed erano eccitati all’idea di poter fare snowboard in Alaska, che erano abbastanza sicuri avesse neve migliore del sud California. Arrivarono in autostop ad una montagna dove passarono il pomeriggio a raggiungere la cima con un elicottero e a provare a stare in piedi sulle loro tavole fino in fondo. Mark è sicuro di essersi rotto il culo in due in una brutta caduta. Non tornò mai indietro a riprendersi la metà che si era lasciato dietro su quel picco nevoso.

Più tardi quella sera Tom fece la poco saggia decisione di fare un piccolo scherzo a Fletcher dei Pennywise.

Tom: “Avevo sentito tutte queste storie su Fletcher, su quanto fossero pesanti i suoi scherzi. Ma pensavo fossero solo chiacchiere. Quindi Scott ed io decidemmo di andare nella sua stanza e rovesciargli addosso un secchio di neve. Pensavamo che sarebbe stato divertente e che non avrebbe fatto niente di troppo grosso in risposta. Ero in piedi fuori dalla porta dei Pennywise quando la porta venne aperta e fui colpito da un mucchio d’acqua. Mi beccarono prima che riuscissi a fare niente. Pensavo fosse finita.”

Tom si stava sbagliando. Era lontano dalla fine di ciò.

Quella notte Mark, Tom e Scott decisero di essere cauti quando andarono a letto. Chiusero la porta, la sprangarono, misero il catenaccio e come ulteriore misura di sicurezza misero una pesante custodia della chitarra davanti alla porta. Nel mezzo della notte Tom sentì toccarsi una spalla. Era Mark. Svegliò Tom e indicò la porta.

Tom: “Guardai la porta che si stava piegando. Perchè c’era un grosso (six-foot, six-inch, three hundred pound) tipo dall’altro lato della porta che cercava di buttarla giù.”

E poi la porta si aprì.

Mark: “La cosa che veramente fa schifo è che la porta quasi resistette. Fletcher si arrese per un secondo perché la porta non andava giù. Poi le diede ancora una spinta e quella dannata cosa si aprì. Feci la cosa che ogni uomo farebbe. Corsi fuori in biancheria intima”

Tom corse nel bagno e, nonostante i tre ragazzi cercassero di fermarlo, riuscì a chiudersi la porta dietro. Ciò lasciò il povero Scott, che stava ancora dormendo, ignaro dell’assalto, a subire la vendetta. Scott, finalmente sveglio e molto confuso, fu spinto in un angolo della camera dove fu bagnato di Mylanta, colpito con pistole ad acqua caricate con salsa, e scioccato con un aggeggio che Fletcher aveva progettato da una batteria della macchina. Alla fine, i Pennywise buttarono tutti gli averi dei blink nella neve fuori dalla finestra dell’albergo.

Tom: “il nostro manager Rick era nella camera proprio sotto di noi. Nel mezzo della notte iniziò a sentire gente correre avanti e indietro nella nostra stanza. Poi guardò fuori dalla finestra e vide valige e vestiti volare giù. Seppe che eravamo stati colpiti”

Quando gli invasori se ne andarono, Tom e Scott aspettarono che le cose si calmassero prima di andare nella hall. Appresero che quella notte anche gli Unwritten law erano stati molestati. I Pennywise avevano aperto degli estintori nella camera degli UL, coprendo tutto di polvere bianca.

Tom: “Quando la security dell’hotel e la polizia locale arrivarono, c’erano cinque tipi con i culi completamente scalciati in piedi nella hall con addosso solo i loro boxers.”

Alle bands fu permesso di rimanere nell’hotel per il resto di quella notte, ma non erano più i benvenuti. Il che gli andava bene. Il giorno dopo sarebbero volati a casa.

Dopo l’Alaska, i blink tornarono in tour nel febbraio 1996, suonando le due ultime settimane del Good Times tour lungo la West Coast. Poi partirono immediatamente per il loro primo headlining tour attraverso l’America. Lo chiamarono Shitty Weather Tour.

Ora abituati ai tours, i blink sapevano cosa aspettarsi. Pensavano che questo tour sarebbe stato facile, ma in realtà finì con l’essere uno dei più “punk” dei punk-rock tours che fecero. Era solo il secondo tour dei blink in US e ora erano la band principale. Se i ragazzi fossero venuti allo show, l’avrebbero fatto unicamente perché attirati dai blink. Mentre i blink erano già famosi in alcune parti del paese, altre parti ancora resistevano. C’erano shows a cui parteciparono solo 30 ragazzi. Il furgone era particolarmente affollato in quel tour, oltre ai 3 membri della band: Cam come tecnico delle chitarre, io che mi occupavo dei soldi e del merchandise, e il nuovo arrivato in tour, Mike Fasold, come tuttofare. Non c’era abbastanza posto per stare comodi nel furgone, e i viaggi in questo tour erano particolarmente lunghi. Con lo spazio ristretto, non c’era modo di evitare i germi uno dell’altro, e i malanni furono passati avanti e indietro per tutto il tour, inclusa una terrificante congiuntivite che risultò essere solamente psicosomatica.

E, naturalmente, come il nome può suggerire, il tempo fu terribile. A partire dal secondo giorno, i sud californiani si beccarono la neve, e vi rimasero per metà del tour. Un punto particolarmente basso fu a Chicago dove i blink suonarono con una band che si vestiva interamente con tute da ginnastica bianche e cercava di coordinare i propri movimenti con sequenze video pre-registrate.

Mark: “I nostri camerini erano collegati. Gli chiesi se avevano bisogno di aiuto per cambiarsi da quelle tute bianche ma loro non la presero bene, mi chiusero la porta in faccia”.

L’intero “staff” dei blink era malato. Le strade erano ricoperte di neve o di ghiaccio, impedendo ai ragazzi di raggiungere lo show, quindi solo un pugno di persone assistettero al concerto. Il locale dentro era freddo quasi come fuori e, nell’aerea del merchandising, il vento portava dentro la neve attraverso grandi rotture nel muro.

Anne: “Era troppo freddo. La mattina sono andata fino dal furgone dopo che mi ero fatta la doccia. Avevo ancora i capelli bagnati e, dopo 5 minuti, le mie trecce erano ghiacciate . Poi sono andata nel locale e volevano che vendessi magliette nel bel mezzo di ciò che era praticamente una bufera di neve. Niente da fare. Rifiutai.”

Non fu una buona serata.

Per peggiorare la situazione, la band dovette ripartire appena lo show fu finito per guidare per 17 ore fino a Quebec City in Canada per il loro show seguente”

Naturalmente, il viaggio non sarebbe durato 17 ore se non fosse stato per la più grande tempesta di neve vista nel Nord Est in quaranta anni. La neve veniva giù così veloce e forte che era praticamente impossibile vedere la strada. Tom, che aveva guidato grossi camion al suo lavoro, per trasportare cemento, fu eletto come guidatore maggiormente qualificato, nonostante il fatto che avesse sbagliato più volte il test per la patente. Guidò per tutte le 17 ore.

Tom: “Era spaventoso. Non sapevo niente di come si guidasse nella neve, ma semplicemente mi fidavo più di me che degli altri per farlo. Continuai a guidare, guidare e guidare. Non si vedeva niente da quanto nevicava. E quando beccavamo del ghiaccio l’intero furgone scivolava. Era dura.

Nessuno dormì per l’intero viaggio. Nessuno si rilassò neanche. Tutti sedevano ben dritti nei loro sedili, cinture fermamente allacciate, mani e piedi dentro al veicolo per tutte le 17 ore. Le condizioni erano così brutte che i blink iniziarono a pensare che sarebbero finiti fuori strada. Ma se si fossero fermati, non avrebbero mai fatto il concerto. Ragionavano che i migliori guidatori al mondo sono i camionisti. Se i camionisti guidano ancora, vuol dire che le strade sono ancora percorribili. C’erano ancora camion, quindi i blink continuarono ad andare. Quando smisero di vedere camion sulla strada, erano nel mezzo del nulla. Questa volta non ragionarono nemmeno. Continuarono ad andare. Quando finalmente la band emerse dalla bufera, era al limite del checkpoint per entrare in Canada dove dovettero aspettare per ore perchè venissero rilasciati i loro permessi di lavoro canadesi e perchè il loro furgone venisse perquisito prima di poter entrare in Canada dove le loro camere di hotel aspettavano. Erano esausti e affamati. La scocciatura alla frontiera non aiutò a rischiarare i loro umori. Non erano contenti. Per peggiorare la situazione, il solo altro veicolo che avevano visto sulla strada in quella tremenda bufera era una macchina della polizia. Una macchina della polizia che immediatamente accostò e diede loro una multa per aver guidato sotto il limite di velocità. Ma fecero il loro show.

Mark: “Ad un certo punto ci fermammo e chiamammo Rick che ci stava aspettando in Canada. Non sapevamo se saremmo riusciti ad andare avanti con la macchina. Rick continuò a dire: “Ragazzi, non è poi così terribile, semplicemente dovete continuare ad andare avanti. Non rompete” Poi, dopo questa merdosa, super spaventosa guidata, arrivammo in Canada e Rick era seduto nel backstage a bere cioccolata calda, tutto caldo e felice. Volevamo tutti prenderlo a calci nel culo”

Lo show valse la pena di tutto ciò. Era lo SnoJam, un festival famoso in Canada, e il lineup era pieno di grandi nomi del mondo punk, fra cui Bouncing Souls, Ten Foot Pole, No Use For A Name e 88 Fingers Louie. Nonostante i blink non avessero mai suonato in Canada, i ragazzi parlassero principalmente francese e Mark indossasse una cintura da donna rosa di pelle finta, la folla non ne ebbe abbastanza dei tre punks di San Diego. Entro un’ora dall’apertura dei cancelli, io vendetti tutto il merchandise al tavolo delle t-shirt. Stanca di ripetere “Je n’ai pas plus”, che spero veramente voglia dire “non ne ho più”, abbandonai il tavolo. Odiavo che i ragazzi se ne andassero senza niente, quindi inizia a girare per il locale distribuendo stickers. Ciò risultò essere un’operazione pericolosa. Ne distribuii 2 o 3 prima di essere circondata da 1 mucchio di ragazzi, porgendo e borbottando finché non ce la feci più. Lanciai gli stickers in aria e corsi via per la mia vita, lasciando i ragazzi a litigarseli. Ma questi ragazzi ebbero i loro stickers, e farebbero meglio ad apprezzarlo, cazzo.

Oltre ad essere uno show incredibile, il festival trattò bene le bands, offrendo ai blink la loro prima notte di sonno confortevole da quando il tour era iniziato. Lo Snojam tour piazzò ogni band in un piccolo appartamento nello ski resort locale e diede loro gli skipass gratis per un giorno. Diedero anche ad ogni membro della band la stessa giacca rossa da snowboard, il che rese dolorosamente ovvio il giorno seguente sulle piste chi era con il tour e chi no. L’atrio era pieno di un esercito di punks con le giacche rosse. Era una cosa da vedere.

Dopo il Canada, i blink e la neve si diressero giù per la costa orientale fino agli stati del sud. Durante la strada i blink incontrarono piogge torrenziali, avvisi di tornado, e un’ondata di caldo da record. Era il Shitty Weather Tour. Alla fine, attraversarono il sud ovest e tornarono a casa a San Diego.



 
Top
0 replies since 5/2/2009, 22:25   208 views
  Share