CAPITOLO 02

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blinka182
view post Posted on 5/2/2009, 22:13     +1   -1




Tutto iniziò con i Big Oily Men. Cioè, tutto iniziò veramente con Tom Delonge e la sua prima band, una formazione in perenne cambiamento chiamata Big Oily Men. Questa band in realtà consisteva in Tom alla chitarra e chiunque altro con uno strumento musicale che Tom riusciva a convincere a suonare nel suo garage. La musica di questa band era sconosciuta alla maggior parte delle persone, ma qualche residente di Poway, California, può aver visto il foglio di blocnotes attaccato sul retro della macchina di Tom con la scritta in pennarello indelebile “Big Oily Men”. Questo foglio costituisce l’unico adesivo, l’unico volantino e, in realtà, l’unico materiale mai pubblicato dalla band. Comunque questa band non esistente è importante nella storia dei blink-182. Ha insegnato a Tom due lezioni importanti: Uno, amava suonare. E due, le bands danno sempre risultati migliori se hanno dei membri. La ricerca iniziò.

Mark Hoppus viveva nelle terre sperdute del deserto della California nella piccola città di Ridgecrest, un posto che celebrava ogni volta che un semaforo veniva aggiunto a una delle sue venti strade, una città lontana quattro ore da qualsiasi cosa che anche solo assomigliasse a civilizzazione.
Suonava il basso in una garage band chiamata Of all things con due amici. Suonavano covers di punk bands influenti come The Descendents e qualche canzone punk originale alle feste, ai falò nel mezzo del deserto e si esibirono anche all’Oasis, un locale del posto. Ma una città piccola come Ridgecrest non aveva abbastanza persone per sostenere una band- specialmente quando metà della popolazione era formata da inquietanti ingegneri che lavoravano alla base della marina nel centro della città. La band si trovò senza un posto dove andare. Lo stesso Mark trovò che Ridgecrest gli offriva poche possibilità. Stava cercando più emozioni di quelle che quella piccola città aveva da dargli. In più c’erano molti serpenti e scorpioni e altra roba nel deserto. Ci si poteva ferire. E, soprattutto, faceva molto, molto caldo.

Mark: “Grazie a Dio ho lasciato Ridgecrest perché era una città tremenda nel mezzo del nulla”

Quindi, nell’estate del 1992 lasciò Ridgecrest per San Diego, un’educazione al college (o almeno è quello che disse ai suoi genitori) e un lavoro in un negozio di musica. Mark portò il suo basso e il suo amplificatore con lui ma la band restò dietro. Per un po’ provò a continuare con la band, tornando a Ridgecrest nei week-end. Ma presto il capo di Mark al music store non gli diede più il tempo. Forse iniziò a insospettirsi sulla copertura di Mark. Mark aveva detto al capo che lavorava con dei piccoli disabili mentali a Ridgecrest e che aveva bisogno dei week-end liberi per assistere alle loro piccole recite e cene. Il suo capo dovette iniziare a chiedersi quanti dannati spettacoli questi ragazzi avrebbero fatto […]
Le visite di Mark a Ridgecrest si esaurirono e Of All Things morì. Mark sentì la mancanza della musica quasi immediatamente

Ciò avrebbe potuto segnare la fine della storia, se non fosse per un evento significativo. Un evento che veramente disturbò i genitori di Tom a quel tempo, ma che si rivelò fortunato. Nel 1992 Tom fu cacciato fuori dalla Poway high per aver partecipato a una partita di basket ubriaco. Tom provò a spiegare che essere veramente ubriaco faceva il gioco più eccitante, ma l’amministrazione [della scuola] non voleva capirlo. Lo buttarono fuori.

Tom: “Quello che ricordo maggiormente della mia espulsione dalla poway high era che eravamo all’inizio del secondo semestre. Avevamo appena iniziato le nostre nuove materie e io e il mio amico avevamo deciso di fare aerobica come educazione fisica: saremo stati noi e qualcosa come sessanta ragazze in abiti attillati a saltare intorno a noi. Poi fui buttato fuori quindi il mio amico si incazzò parecchio. Diceva ‘Idiota, questa merda è faticosa!’ E doveva stare lì da solo”

Espulso dalla Poway High e dalle sue lezioni di aerobica, Tom fu obbligato a frequentare un’altra scuola della zona per un semestre. Fu lì, alla Rancho Bernardo High, la sua nuova scuola, che Tom divenne amico con lo skaterpunk Kerry Key e, conseguentemente, con la ragazza di Kerry, Anne Hoppus (Sono io!). Riuscite a vedere la trama che inizia a svilupparsi? Se non riuscite, beh, continuate a leggere! Ve ne accorgerete in seguito.

Tom: “Essere cacciato via da scuola è stato brutto, ma è stata anche la cosa migliore della mia vita. Perché nessuno di noi sarebbe qui ora. I blink-182 sono un milione percento in giro oggi perché sono stato cacciato via da scuola!”

Tom, Kerry ed io passammo una grande quantità di tempo insieme nell’esatte seguente al semestre di Tom alla R.B.H.S. Era un’estate tipica: andavamo al mare, facevamo skateboard e andavamo in giro ascoltando le “furbe” risposte di Tom (“Hey, Delonge!” “Oh, vedo che mi hai visto nudo!”). ma questa tipica estate era contraddistinta da una costante: l’incessante lamentarsi di Tom. Lui voleva, voleva veramente una band. E su questo non si sarebbe mai zittito.

Mark stava allo stesso modo. Nuovo a San Diego, conosceva poche persone e spesso usciva con me, la sua sorellina e buona amica, con la quale, anche lui, spesso si lamentava della sua mancanza di una band.

In un disperato tentativo di farli stare zitti, e pensando che il loro mutuo amore per le barzellette stupide e il pop-punk sarebbe stato una buona combinazione, alla fine presentai Tom e Mark. E in una notte piena di fato nell’Agosto 1992, i blink-182 si trovarono insieme per la prima volta. E, cavolo, ditemi se hanno fatto schifo.

I due si incontrarono nel garage di Tom. Tom tirò fuori un quaderno rosso dove aveva scritto musica e testi, probabilmente quando avrebbe dovuto fare qualcos’altro. Cominciando da pagina uno, Tom e Mark esplorarono tutte le canzoni che Tom aveva scritto. Poi suonarono le canzoni che Mark aveva scritto. Per ore, Mark e Tom suonarono le loro chitarre insieme. Anche in quella prima notte, i due iniziarono a scrivere insieme delle canzoni, canzoni che già avevano il suono della band che sarebbe stata blink-182. Un piccolo fatto conosciuto: “Carousel”, la canzone che in seguito sarebbe stata una delle preferite dal pubblico, in realtà trovò i suoi inizi quella notte nel garage di Tom.

Tom: “Sentii istantaneamente che avevamo lo stesso stile musicale; semplicemente lo aveva su uno strumento diverso dal mio”

Era un incontro fatto in paradiso. Una volta che Mark e Tom si conobbero, non rimasero mai separati a lungo. Mark era ancora a scuola, ma risistemò il suo orario in modo da avere lezioni solo due giorni alla settimana. Il resto del tempo era fuori con i ragazzi, andando sullo skateboard o esercitandosi alla chitarra, o mascherandosi e terrorizzando le persone dal fruttivendolo. La maggior parte di ciò è anche in videocassetta. Senza scherzare, Mark e Tom erano semplicemente fatti uno per l’altra. Si divertivano da morire.

Mentre Mark e Tom continuavano ad esercitarsi insieme, sapevano entrambi di voler portare la band a essere qualcosa di più di un modo per passare una notte estiva. E forse portare la loro relazione stessa al livello successivo, finalmente diventare qualcosa di più che semplici amici… I sentimenti c’erano, era solo tutto così confuso… Ma prima le cose più importanti: avevano bisogno di un batterista. Conoscevano il ragazzo giusto. Scott Raynor, a 14 anni, era un metallaro con i capelli lunghi e una passione per i Metallica.
....
Scott: “Ho conosciuto Tom al Rancho Bernardo High Battle of the Bands. La mia band suonava e Tom anche. Lui cantò “Who’s gonna shave your back tonight?” acustica, davanti a centinaia di persone. Iniziammo a suonare insieme- uno strano miscuglio di metal e punk in stile Descendents che non sembrò mai funzionare finchè, poco tempo dopo, Mark non si aggiunse. Mark era il ponte perfetto fra Tom e me.”

Ma quando Tom lo vide suonare al R.B.H.S. Battle of the Bands, realizzò che era anche un buon batterista. Era dentro.

Le sessioni di esercitazione si spostarono dal garage di Tom (cosa per cui la mamma di Tom fu eternamente grata) alla camera di Scott che dovette essere insonorizzata per la salute della famiglia di Scott- un tipo di in sonorizzazione improvvisato che comportò il rivestimento delle pareti con scatole vuote di uova. (Tutti mangiarono molte dannate uova per un po’). L’equipaggiamento riempì la stanza, lasciando appena il posto per i musicisti. Chiunque volesse guardare e sentire doveva sedersi sotto il letto a castello di Scott che, in verità, era un letto a castello con il letto inferiore rimosso. Le sessioni erano calde, rumorose e rattrappite ma nessuna fu mai cancellata. Si esibirono sempre. Questo era facile soprattutto per Scott. Dopotutto viveva lì.

Tom: “Scott si sbatteva sempre per qualunque cosa della band. Avrebbe fatto tutto, sarebbe andato dovunque. Aveva semplicemente bisogno di un passaggio perché era troppo giovane per la patente. Lo accompagnavo io dappertutto, e lo sfottevo così tanto per questo”

Con un batterista, la band sembrò maggiormente una realtà. Sembravano più vicini che mai a essere veramente musicisti. Volevano tutti esserlo. Mark, Tom e Scott si esercitavano tutti i giorni. Passavano ore scrivendo musica, ore immaginando cercando di capire quale manopola dovevano girare sui loro amplificatori, ore provando a pensare a cose divertenti da dire quando avessero suonato un vero concerto, e ore provando differenti salti per vedere quale sembrava più cool, spesso scontrando nell’equipaggiamento e/o negli altri membri della band nel locale affollato.

Era durante queste molte ore di lavoro che la band giocò brevemente con l’idea di aggiungere un cantante al gruppo, trovando un front man.

“Sapevo che con un cantante avrei potuto fare cose più complicate con la chitarra”, ricorda Tom.

Mark non si ricorda. “Vedi, è per questo che abbiamo bisogno di scrivere un libro. Questo non me lo ricordo neanche”.

Tom: “Se scrivevo una canzone, volevo poterla cantare. E Mark e io eravamo così compatibili che non avevamo bisogno di nessun altro, veramente”

Quindi, la band stava in piedi con quello che avevano. Mark e Tom avrebbero entrambi cantato a turno. Mark avrebbe suonato il basso, Tom la chitarra, e Scott la batteria. La formazione era solidificata.

La band ufficialmente diventò la cosa più importante nella vita di tutti e tre i membri. Ciò non andò bene alla ragazza di Mark. (Ci siamo dimenticati di menzionarla?) Gelosa della quantità di tempo dedicata a cose che non fossero lei, chiese a Mark di fare una scelta: lei o la band.
Mark: “La mia ragazza ed io vivevamo in un appartamento veramente spaventoso. Avevamo appena i soldi sufficienti per pagare l’affitto. Avevo dei risparmi e un giorno uscii e comprai un nuovo amplificatore e un nuovo bass cabinet (?). Ero così entusiasta perché era il primo equipaggiamento professionale che avevo mai avuto. Ma tutto quello che mi ricordo è di essere tornato a casa e di aver trovato lei a urlarmi di tutto. Era incazzata siccome avevo speso soldi per qualcosa di cui non avevamo bisogno. Continuai a dirle che era quello a cui veramente tenevo, che era la mia vita. Ma lei diceva no, devi decidere. Io o la band. E perse.

Mentre la sua ragazza alla fine perse, all’inizio mark decise di lasciare la band. Ma pochi giorni dopo, quando Tom gli disse che lui e scott avrebbero registrato una cassetta, Mark seppe che aveva preso la decisione sbagliata. Voleva tornare nella band.

Tom: “Vidi nella faccia di Mark quanto gli pesava che l’avremmo fatto senza di lui. A quel punto, fece una scelta per se stesso, a prescindere da quello che pensava la sua ragazza. Divenne testardo, e tornò. Ma dovette passare nuovamente il colloquio, voglio dire, non poteva aspettarsi semplicemente di ritornare al suo vecchio lavoro!”

A parte quel piccolo errore di giudizio da parte di mark, non c’era dubbio sul fatto che la band veniva prima di ogni altra cosa. Sarebbe stata la loro vita. I blink-182 erano ufficialmente nati, solo che si chiamavano Duck Tape. E avevano come mascotte una bellissima papera. Questo nome durò solo per pochi giorni. Sempre volubile, Tom annunciò poco dopo che avrebbe preferito di gran lunga il nome blink. Questo nome reggeva. E come mascotte avevano il più bel coniglietto mai visto. Il che era una scelta ovvia- niente è più strettamente associato con la scena punk che i coniglietti.

Era ora l’inizio del 1993. La band aveva una formazione. Avevano canzoni. Avevano uno stile. Avevano un nome. Avevano un coniglio.

Presero tutto quello che avevano e lo portarono nella camera di Scott per registrare le quattro tracce la cui promessa aveva ricordato a mark quello che veramente contava per lui.

La registrazione che ne risultò, se si può chiamare così, fu chiamata Flyswatter.

Mark: “Pensai che sarebbe stato grande chiamarlo Flyswatter. Non vuol dire niente, semplicemente suonava bene. E feci delle fotocopie a colori di un disegno di arte moderna,e quello era il lavoro artistico.”

Flyswatter in realtà era poco più di un insieme di originali canzoni con qualche copertina buttata dentro. Le canzoni erano registrate dal vivo, senza remix o qualsiasi cosa che faccia suonare bene le registrazioni. Poi Tom diede in giro un po’ di copie senza sapere quanto questo l’avrebbe perseguitato negli anni a venire. (Dannata eBay!)
Tom vendette alcune copie a scuola durante il pranzo. Poi la produzione cessò.

Tom: “I ragazzi mi chiedono sempre dove possono trovare una copia di Flyswatter. Penso sempre, tipo, se solo sapessi cosa stai provando ad avere. E’ come cercare di ottenere un vero pezzo di feci. Sono semplicemente quattro tracce registrate in una camera da letto. Non eravamo capaci a cantare o suonare. Non si riesce a sentire niente. E’ tremendo”
Tremenda come era, la cassetta deve aver aiutato. Dopo averne mandato un po’ di copie, i blink-182 ottennero i primi concerti.

Il primissimo concerto dei blink-182 fu un martedì sera in un locale solo per maggiorenni chiamato Spirit Club. Non era un locale musicale, era semplicemente un bar che qualche volta permetteva alle bands di suonare. Non c’era pagamento garantito. Le bands ricevevano i biglietti da vendere. La notte dello show, la band avrebbe restituito tutti i biglietti che non aveva venduto. Erano autorizzati a tenere i soldi dei biglietti che erano riusciti a vendere. La notte del loro primo show, i blink-182 tornarono con tutti i biglietti che gli erano stati dati da vendere.

Tom: “Non conoscevamo nessuno che avesse più di 21 anni. Neanche noi avevamo 21 anni. Non potemmo neanche entrare finché non fu il nostro turno di suonare. Dovemmo star seduti fuori tutta la notte.”

Mark: “Non c’era nessuno. C’eravamo solo noi, il nostro amico Cam, che era l’unica persona che conoscevamo che fosse abbastanza grande da entrare in un bar, un ragazzo che era già ubriaco e i baristi. E basta. E per qualche ragione ero ancora nervoso.”

Il secondo show era una performance nel negozio, ora defunto, Alley Kast Records in downtown San Diego. C’erano due band sul programma. I blink-182 erano in apertura. L’altra band era un tremendo gruppo hardcore di cui nessuno ricorda il nome. La folla per entrambe le bands era circa di dieci persone. E tutte le dieci persone erano amici che erano venuti a supportare i blink-182. I blink-182 avevano lasciato volantini in tutte le high school locali. Gli headliners non avevano una singola persona. Nonostante questa ovvia mancanza di fans, la band gotica ridicolizzò i blink-182 come una garage-band di ragazzini e utilizzò uno spettacolo di luci molto elaborato per accompagnare le proprie canzoni.
Oltre a questo, i promoters erano veramente stronzi con i blink-182 e i loro amici. E Tom si emozionò troppo davanti al microfono mentre suonava, mandando le sue labbra in uno spasmo poco attraente proprio davanti alla ragazza che gli piaceva. La notte certamente non ebbe quel grande sapore rock-and-roll.

Ma a chi importava. Erano una band, avevano una cassetta, e finalmente stavano suonando concerti. I ragazzi erano sbalorditi. E dopo questi primi due disastri, gli shows divennero qualcosa di più frequente. Gli studenti della Poway High School, che già amavano Tom e l’avevano infatti eletto Re durante il ballo studentesco, stavano iniziando a interessarsi al gruppo.

I ragazzi erano orgogliosi di quello che avevano ottenuto. Dalla formazione nell’estate 1992 avevano scritto canzoni, imparato a suonarle con pochi errori, e si erano esibiti davanti a persone reali. E avevano le palle per registrare queste prima canzoni e lasciarle sentire alla gente. Tutto questo conoscendosi da solo un anno. Le loro carriere erano iniziate. Sarebbero cresciuti e cambiati. In seguito Scott sarebbe stato sostituito da Travis Barker. La maggior parte delle canzoni scritte in quei primi tempi si sono perse nella storia. I seguenti shows e le registrazioni migliorarono in quantità e qualità. Ma, nonostante gli anni trascorsi da quei primi giorni, i ragazzi che all’inizio suonavano nel garage di Tom e poi nella stanza di Scott sono gli stessi ragazzi che suonano nelle arene oggi. Si misero insieme lamentandosi e facendo schifo. E oggi continuano a fare lo stesso.





 
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