Tom DeLonge è stato intervistato da radio.com il 15 novembre, nell'intervista DeLonge ha parlato della maturazione artistica della band, del concetto di pop punk e del Self titled album. Ecco l'estratto dell'intervista:
Il pop-punk aveva molti nemici mortali – fighetti, genitori, insegnanti, il ragazzo che si è preso la ragazza al posto tuo – ma l'età adulta è sempre stata il suo antagonista per eccellenza. È un genere di sentimenti adolescenziali sottosviluppati, che cercano disperatamente una conferma per le insicurezze e i cuori spezzati, nascondendosi, nella sua forma più pura, dietro una facciata di scoregge. Essenzialmente, il pop-punk offre un convincente scatto della travolgente incertezza della mente e del corpo, che spunta quando i tuoi ormoni esplodono su tutto ciò che pensavi di sapere sul tuo sistema operativo. Tre accordi possono ricostituire una parvenza d'ordine e i blink-182 erano i santi patroni della petulanza e delle battute sconce, correndo nudi dall'essere i preferiti del Warped Tour fino a diventare stelle della Top 40 nel 1999 con la pubblicazione di Enema of the State. Durante il loro successo generale tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000, i blink venivano etichettati troppo facilmente come venduti o odiosi ragazzini, ma la loro ferma presa sugli adolescenti non era né una sostegno, né un modo facile per lucrare sulla fascia demografica. Era una cosa vera con cui la band lottava, così tanto che Mark Hoppus ha sentito il bisogno di dire con un'alzata di spalle "Well, I guess this is growing up" in Dammit nel 1997.
La narrativa generale suggerisce che i blink-182 non sono "maturati" fino al 2003, quando hanno pubblicato la loro opera omonima, un album più pesante che si sottraeva al pop-punk tradizionale grazie ad un contenuto lirico che, a volte, è proprio devastante. Nel corso della scorsa settimana circa, i blink hanno celebrato il decimo anniversario dell'album (il 18 Novembre), suonando il giustamente detto Untitled nella sua interezza ad una serie di concerti sold-out a Los Angeles. La mossa in sé è nella norma per il corso nostalgico di questi tempi; anche se, a dire il vero, il Self-Titled dei blink non ha ottenuto nemmeno lontanamente il successo – in termini di numeri o di reputazione – dei suoi predecessori, Take Off Your Pants And Jacket, Enema of the State e Dude Ranch. Piuttosto, "blink-182" è stata la più concisa pausa della band dalla formula pop-punk e un catalizzatore per l'ondata "emo" che ha raggiunto la popolarità subito dopo (senza l'umorismo volgare, chiaramente), includendo, fra gli altri, i Fall Out Boy, i My Chemical Romance e i Panic! At the Disco. Per molti, l'album è una ridicola farsa, evidenza dell'ulteriore compromesso della band con i piani alti (se non lo pensavate già nel 1999 o nel 1997, quando hanno firmato con la MCA) o con coloro che non riuscivano a gestire tutti i sentimenti. Oppure, è stato un indubbio capolavoro – un'intelligente e succinta evoluzione della band che era cresciuta, ma non rallentata.
"È stato molto ardito per noi, è stata una registrazione davvero avventurosa", dice il chitarrista-cantante Tom DeLonge a Radio.com. "È stato proprio bello, perché siamo passati dall'essere una band pop-punk all'essere una concettuale e progressiva, ehm–" una pausa, poi con una risata "band punk. È stato molto più figo andare in quella direzione. Mi ricordo anche di averlo suonato dal vivo, sentivo che la band stava comunicando dal palco in una maniera molto diversa, in una maniera molto più da rock band".
Soltanto due anni separano l'Untitled dal suo predecessore Take Off Your Pants And Jacket, ma in quel periodo DeLonge aveva esplorato il suo amore per il post-hardcore con il side project Box Car Racer ed ha portato una piega più pesante e più sperimentale al tavolo dei blink, quando si sono riuniti. Inoltre, per la prima volta DeLonge, Hoppus e il batterista Travis Barker hanno lasciato perdere il tempo – ed il produttivo metodo di registrare le demo di alcune parti per poi andare in studio per registrare uno strumento alla volta, e, invece, si sono riservati un'illimitata quantità di tempo nello studio insieme per comporre una canzone alla volta. Anche il vecchio produttore Jerry Finn era tornato, nel ruolo più di una guida per la composizione delle canzoni, che di guru della registrazione. "Se un bel ritmo, una bella trama o un bel riff emergevano dall'etere", dice DeLonge, "saltavano tutti nella tana del coniglio".
Dal punto di vista dei testi, sia DeLonge, sia Hoppus hanno esplorato il lato oscuro dei blink-182 – "Le persone non si sarebbero mai aspettato che ce ne fosse uno, ma la maggior parte dei fan sa che c'è", nota DeLonge – "e giocherellava con la nozione di un concept record". Tra il periodo successivo all'11 Settembre e gli inizi della guerra in Iraq, Hoppus aveva trovato le lettere di suo nonno dalla prima linea della Seconda Guerra Mondiale e le ha fatte leggere all'attrice Joanne Whalley, opportunamente, tra "Violence" e "Stockholm Syndrome". DeLonge si ricorda anche di come il binomio "Easy Target" e "All of This", la quale vede la partecipazione di Robert Smith, trae origine da una storia dolorosamente bella che Finn raccontò, di quando fu invitato a casa di una ragazza che gli piaceva alle scuole medie, soltanto per venire bagnato da lei e dai suoi amici con una pompa da giardino.
"Penso che in molti punti il concetto generale fosse noi che guidiamo gli artisti in noi stessi", afferma DeLonge. "Era davvero qualsiasi cosa fossimo in grado di fare, che fosse scavare fra gli antenati o prendere storie da amici e dipingere la tela con la loro esperienza. Per noi era tentare di tirare dentro ogni ingrediente che era nelle prossime vicinanze e creare un'immagine coesa. È stata un'esplorazione dell'artista dentro la band".
Quindi forse sta crescendo. Il pop-punk ha sempre preferito quantitativi di introspezione intensi e a volte persino schiaccianti, il tipo che ti fa rimproverare te stesso per non essere buono abbastanza, addossando contemporaneamente la colpa per la tua tristezza sul tuo bullo, sui tuoi genitori, sulla ragazza o sul ragazzo che non ti vuole, ecc. Crescendo, si sviluppa un senso di responsabilità verso se stessi ed una pelle più dura, così come un'abilità per immedesimarsi e connettersi meglio con chi ci sta attorno. "blink-182" segna una sorta di culmine di quel viaggio – un album che ha trovato i suoi creatori a guardare verso l'esterno nel tentativo di trovare qualcosa di più profondo dentro loro stessi. Che è, in un certo senso, perché ascoltiamo spesso musica in primo luogo.
"La maggior parte delle persone, quando esce dal liceo, va al college e comincia una famiglia, comincia nuovi lavori e la musica diventa sempre meno importante", dice DeLonge sull'evoluzione dei blink e dei loro fan. "Ciò che stiamo tentando di fare è presentare qualcosa che attiri quel pubblico sufficientemente che, quando arrivano a quel punto, stiano con noi. Ed è così che una band ha un'eredità e può durare tanto quanto stiamo durando noi, 22 anni – correte rischi del genere".
Fonte: Blink182Italia, radio.com
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